Nell’ambito del Progetto Europeo Nanopathology (QOL-147-2002-05) svolto in collaborazione con le università di Mainz e di Cambridge oltre che con la FEI, è stata sviluppata una nuova tecnica di microscopia elettronica su sezioni biologiche. Tramite quella tecnica s’individua la presenza di corpi estranei micro- e nanodimensionati nel tessuto e, di fatto, in ogni matrice. Per la prima volta ci si rende conto al di là di ogni possibile dubbio che polveri di dimensioni che vanno da qualche micron giù fino a qualche decina di nanometri (un micron è un millesimo di millimetro e un nanometro è un millesimo di micron) possono viaggiare nel corpo umano trasportate dal sangue, essere imprigionate dai tessuti ed innescare reazioni biologiche che possono essere anche letali.

La tecnica, poi perfezionata ed allargata grazie al progetto europeo di nanotossicologia DIPNA (NMP, 02321, 2006-09), può essere applicata su sezioni patologiche inglobate in blocchetti di paraffina contenenti il tessuto patologico, ma si può lavorare anche su sezioni fresche,su tessuti mummificati e su liquidi. Il tessuto umano o animale, infatti, si degrada ma le polveri non scompaiono rimanendo inalterate per sempre.

Le sezioni del tessuto patologico opportunamente preparate vengono depositate su un supporto di alluminio ed inserite in un microscopio elettronico a scansione, meglio se il modello ha un cosiddetto cannone ad emissione di campo. Completa l’attrezzatura un microanalizzatore a raggi X (spettroscopia a dispersione di energia) per identificare la composizione chimica elementale delle polveri identificate.

Si ottengono risultati molto interessanti anche analizzando molte altre matrici come, ad esempio, alimenti, farmaci, cosmetici e reperti ambientali come aria, acqua, suolo, ecc.

Microscopio