Nanopatologia è una parola nuova che identifica le malattie generate da polveri.

Si tratta di malattie non da batteri, virus, parassiti o altro, ma da polveri che sono state inalate, ingerite con cibo inquinato o, comunque, che sono per qualunque motivo entrate nell’organismo. Polveri sottilissimedi diametro spesso inferiore al micron (un micron è un millesimo di millimetro) che, una volta entrate, rimangono nel corpo e,trasportate dal sangue, possono raggiungere qualunque organo o tessuto contaminandoli. Le nanoparticelle (cioè le particelle di dimensione inferiore al micron) sono capaci di oltrepassare le barriere fisiologiche per avere libero accesso a qualunque distretto dell’organismo, fino all’interno della cellula dove possono interagire con il DNA danneggiandolo, inducendo anche mutazioni epigenetiche ed innescando malattie che possono rivelarsi mortali.

Queste polveri hanno origini diverse, da quelle naturali come le eruzioni vulcaniche o l’erosione delle rocce a quelle sempre più presenti nell’ambiente e di gran lunga più aggressive prodotte dalle attività umane: le combustioniin primo luogo. Queste polveri possono essere viste e analizzate all’interno dei tessuti patologici e la loro provenienza può essere individuata. Le pagine successive illustrano le patologie che possono insorgere.

Nanoparticelle di Zolfo (S)
Nanoparticelle di Zolfo (S), Bario (Ba)Identificati in un cancro del fegato

Presso il laboratorio Nanodiagnostics operano gli scopritori delle nanopatologie i quali, utilizzando una tecnica di microscopia elettronica originata da due progetti di ricerca europei, possono individuare la presenza di micro- e nanoparticelle solide e inorganiche in qualunque matrice, dai tessuti patologici agli alimenti, dai farmaci agli oggetti di uso comune, fino ai reperti ambientali quali, ad esempio, aria e acqua. Il rapporto scritto che viene consegnato al termine dell’indagine è completo di immagini di microscopia elettronica, grafici relativi alla composizione chimica delle particelle e conclusioni nanopatologiche. La determinazione e la caratterizzazione delle particelle è fondamentale per individuare l’origine dell’inquinamento. Questo ne permette l’eliminazione o la mitigazione e l’allontanamento del soggetto da quella sorgente patologica che può essere costituita da un ambiente inquinato, da un particolare cibo, da un farmaco o da altro. La possibilità viene sfruttata anche per applicazioni di medicina legale in genere.

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