Una nostra ricerca (bibliografia) ha rilevato come nei soggetti colpiti da leucemia mieloide acuta la presenza di particelle nel sangue superi di qualche ordine di grandezza quella rilevabile nei soggetti sani. Questa scoperta potrebbe aprire nuove possibilità di diagnosi precoce e di interventi terapeutici.

Leucemia

Particolarmente frequente è il ritrovamento di particelle inquinanti nel sistema linfatico, quell’insieme di vasi che trasportano liquidi, proteine e grassi dallo spazio interstiziale, cioè quello spazio ricco di sostanze liquide posto tra cellula e cellula. Funzioni fondamentali sono poi legate alla risposta immunitaria dell’individuo e alla filtrazione del sangue. Il motivo principale per il quale le particelle si trovano nel sistema linfatico e, in particolare, nei linfonodi, formazioni spesso disposte a catena lungo i vasi linfatici, è dovuto all’azione dei macrofagi. Si tratta di cellule capaci d’inglobare “invasori” come, ad esempio, i batteri. Quando l’organismo da combattere è imprigionato nel citoplasma del macrofago, questo lo trasporta nel sistema linfatico dove va a morire e a dissolversi insieme con la sua preda trasformandosi in sostanze che l’organismo è in grado di eliminare. Lo stesso meccanismo avviene per le particelle ma queste, non essendo biodegradabili, non si dissolvono e restano tali e quali, semplicemente spostate altrove rispetto al loro punto d’arrivo. Come di norma, quelle presenze sono origine d’infiammazione cronica con conseguenze che sono in genere linfomi.

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