Seppure con minore frequenza rispetto ad altre destinazioni, le polveri possono essere catturate dalla vescica dove possono dare origine a piccole forme neoplastiche disseminate, aggredibili con l’introduzione nell’organo di una sonda inserita passando attraverso l’uretra, cioè il condotto attraverso cui l’urina viene convogliata all’esterno del corpo ed eliminata. Questa tecnica detta cistoscopia permette di vedere le formazioni cancerose e di asportarle. La ripetizione della metodica può rivelarsi necessaria e può comportare come effetto collaterale grave la lesione della vescica.

La prostata, la ghiandola dell’apparato genitale maschile deputato alla formazione del cosiddetto liquido prostatico essenziale per nutrire e fare da veicolo agli spermatozoi, può pure essere colpita da particelle e diventare per questo sede di cancro. Se il cancro della prostata diventa sempre più comune con l’avanzare dell’età e, dunque, è percepito come patologia classica della vecchiaia, nella nostra casistica rientra un bambino che di quel tumore si ammalò all’età di sei anni. Anche in quel caso potremmo risalire all’origine: particelle chiaramente riscontrabili nel tessuto.